l’Arte di intrecciare le canne: s’orriu
Abili mani e segreti secolari
Un Maestro artigiano d’eccezione ci condurrà in questo antico sapere. Una lunga passione quella di Ezio che sfocia fra i ricordi di bambino: materiali, odori, immagini impresse nella pelle e marchiati nel cuore, di quando, da bambino, in estate, si facevano le capanne in falasco, chiamate Is Barraccas di Crocuri. Sono passati trent’anni da allora e le mani di Ezio si sono impreziosite di tanti altri precetti tradizionali legati alla lavorazione delle erbe palustri e canneti.
In questo laboratorio ci seguirà passo a passo nella lavorazione di un intreccio particolare di canne tipico di queste terre del sinis, s’orriu, costituito da un ordito e trama ricco di fascino e di racconto.
Entra con noi nel cuore della tradizione per apprendere con mano i sapienti giochi d’intrecci di uno dei massimi maestri artigiani di queste incantevoli terre del Sinis.
05 Ottobre 2024
Dalle 11:30 alle 13;30
L’occasione preziosa per toccare con mano un antico sapere della tradizione, che testimonia l’identità di un popolo dalle origini ben salde, che va tutelato e saputo tramandare.
Grazie al processo di lignificazione dei numerosi steli che si ergono da un esteso rizoma, la canna ha avuto il più largo utilizzo nei lavori d’intreccio si tutto il bacino mediterraneo.
Le piante devono essere raccolte in particolari periodi dell’anno, in armonico accordo con la natura e le fasi lunari per preservarle dall’aggressiva incursione di muffe e micro animali. Una volta divise e fatte essiccare al sole, verranno portate a giusta maturazione per un tempo necessario e scandito, adatto per la successiva lavorazione.
Un dosaggio di esperienza e sapere che permetterà poi di mantenere inalterato l’aspetto naturale, il colore e preservarne la resistenza negli anni dell’operato.
Nell’abitazione la copertura con s’orriu non veniva impiegata in tutti gli ambienti, la stuoia era solitamente riservata alla camera da letto padronale, s’aposentu bellu, ed era diffusa e impiegata nelle dimore più agiate anche in altri vani.
L’argine arioso della stuoia intrecciata si prestava bene a ottenere anche contenitori cilindrici per ammasso di alcuni cereali, per la copertura dei carri, arrotolate a cilindro erano impiegate come riparo per il sole e la pioggia (come dimostra l’illustrazione stampata del XIX secolo della collezione Luzzetti che rappresenta venditori e limoni di Milis in Sardegna), trasportate con sè divenivano un giaciglio prezioso durante la partecipazione agli eventi religiosi nei diversi santuari e noverari dell’isola, erano indispensabili ai pescatori che trascorrevano lunghe giornate in mare per assicurare una giusta protezione e isolamento dall’umidità e dalla salsedine marina.
Potrai entrare con noi nel cuore della tradizione e conoscere i sapienti giochi d’intrecci di uno dei massimi maestri artigiani di queste incantevoli terre del Sinis.
L’attività comprende
✔ L’artigiano si racconta: la sua storia, il suo lavoro
✔ L’arte di intrecciare le canne: s’orriu
Posti max: 20
Ezio Cao – artigiano piante palustri
Ditta individuale “Cose in canna” https://www.coseincanna.it/canna.asp