Laboratorio d’arte contemporanea “Terre: Paesaggi In Libertà”

In questo eccezionale laboratorio d’Arte avrete modo di assaporare un assaggio dell’arte di Marco Pili e condividere con lui la sua poetica che prende avvio dall’accostamento alla materia, sia essa elemento naturale o prodotto di trasformazione dell’uomo.

Primo tra tutti, la terra, sostanza regina di tutta la sua arte; elemento dalle vibrazioni profonde che Marco sonda, sperimenta  e lavora con le mani.

L’atelier di Marco diventerà per voi agente attivo di scoperta, luogo di partecipazione e interazione. Sonderemo con lui le tecniche e le emozioni che lo hanno ispirato per la realizzazione della sua ultima opera d’arte che verrà installata a Nurachi con voi nel pomeriggio.

Avrete l’opportunità di partecipare attivamente alla sua posa e vivere in prima linea la trasformazione del paesaggio. Scopriremo con Marco che le terre, i materiali usati, i colori intensi, celano vibrazioni profonde che restituiscono il carattere primordiale di questa antica terra del Sinis, che Marco ama con un amore forte e chiaro.

Durante il laboratorio verrete aiutati da Marco a sviluppare la vostra composizione. Un’opera a due mani, le vostre e quelle di Marco che, per l’occasione, avvierà per ognuno di voi lo stesso processo tecnico di realizzazione impiegato nella sua ultima opera d’arte.

La vostra composizione si svilupperà come un ascolto che si fa racconto: suadente, simbolico, libero di trasferirsi su un pannello di terra e paglia pronto ad accogliere ogni vostra vibrazione d’arte. 

Un’occasione più che preziosa per vivere appieno l’esperienza dell’arte e tornare a sentire.

05 Ottobre 2024
Dalle 11:00 alle 14:00

In questo eccezionale laboratorio d’Arte avrete modo di condividere e assaporare piano un assaggio dell’arte di Marco Pili. Le sue opere sono un continuo dialogo che si consuma nel silenzio, vanno assaporate piano e a lungo tra le tante mostre personali scandite da temi e dai tempi dell’esposizione, oppure scoperte per “caso”, mentre si entra in punta di piedi nel suo atelier di Nurachi, rovistando tra le tele poggiate sui muri e seguendo i dettami del cuore, in armonia col suono dei campanacci appeso ai fili di ferro di quadro che suona al primo tocco del vento.

“Arte”, una parola breve e piccola che racchiude dentro di sé mondi interi e un’infinità di significati. Le Opere d’Arte sono un continuo dialogo nel silenzio, ti entrano nella carne e sono in grado di appagare i sensi o incorniciare sogni e sospesi. L’arte parla una lingua universale, capace di esercitare il suo fascino irresistibile e dar voce ad ogni universo interiore.

L’atelier di Marco diventerà per voi agente attivo di scoperta, luogo di partecipazione e interazione. Proveremo a carpire la componente emotiva fonte d’ispirazione della sua nuova opera che verrà installata a Nurachi nel pomeriggio.

Avrete l’opportunità di partecipare attivamente alla sua posa, essere coinvolti in prima linea e dare inizio a quel prezioso dialogo e scambio formativo fra arte, contesto urbano scelto e pubblico che potrà, a priori, godere del messaggio trasmesso dall’opera d‘arte. Vivi in prima la trasformazione del paesaggio.

Durante il laboratorio verrete aiutati da Marco a sviluppare la vostra composizione. Un’opera a due mani, le vostre e quelle di Marco che, per l’occasione, avvierà per ognuno di voi lo stesso processo tecnico di realizzazione impiegato nella sua ultima opera d’arte.

La vostra composizione, aiutati da Marco, si svilupperà come un ascolto che si fa racconto, suadente, simbolico, libero di trasferirsi su un pannello di terra paglia pronto ad accogliere ogni vibrazione d’arte.

Una poesia per i sensi, un viaggio nei nostri paesaggi interiori, dove vibra il colore e danza libera l’espressione!

L’attività comprende

✔ Ritrovo presso casa museo e accoglienza presso l’atelier di Marco Pili
✔ Salotti d’artista, spazi d’arte e d’incontro: l’atelier di Marco diventerà per voi agente attivo di scoperta, luogo di partecipazione e interazione. Proveremo a carpire la componente emotiva fonte d’ispirazione della sua nuova opera che verrà installata a Nurachi nel pomeriggio. Avrete l’opportunità di partecipare attivamente alla sua posa, essere coinvolti in prima linea e dare inizio a quel prezioso dialogo e scambio formativo fra arte, contesto urbano scelto e pubblico che potrà, a priori, godere del messaggio trasmesso dall’opera d‘arte. Vivi in prima la trasformazione del paesaggio.
✔ Laboratorio d’arte contemporanea nel cuore dell’Atelier di Marco Pili:
✔Occasione unica di portarsi a casa la propria opera d’arte realizzata con l’aiuto di Marco su pannello terra e paglia

Cosa portare
Abbigliamento comodo e adatto all’attività

Posti max: 8

A cura dell’artista Marco Pili

Le opere di Marco sono un continuo dialogo che si consuma nel silenzio. Vanno assaporate piano e a lungo tra le mostre personali di arte contemporanea scandite da temi e dai tempi dell’esposizione, oppure scoperte per “caso”, per animo, mentre si entra in punta di piedi nel suo atelier di Nurachi, rovistando tra le tele poggiate sui muri seguendo ciò che ti detta il cuore, in armonia col suono dei campanacci appeso ai fili di ferro di quadro al primo tocco del vento. In tanti hanno provato ad abbozzare frammenti dell’animo di Marco, l’unico che a detta dello stesso Marco è riuscito più di tutti a centrare la poetica della sua arte è Michele Palazzetti direttore artistico Gruppo Stelle dell’Orsa, che ha presentato la Mostra personale di arte contemporanea “PAESAGGI CON ANIMA” di Marco Pili. Eccone un magico estratto:  

 

“Marco Pili è un artista poco propenso a parlare e tanto meno a fare filosofia. La ricerca, sia interiore che tecnica, preferisce consumarla nel privato del suo studio e dei pensieri. In modo scientifico e cocciuto, faticando, sperimentando, affinando. A chi guarda le sue opere presenta il risultato del suo lavoro e risparmia i contorcimenti su temi e linguaggi, che quella è cosa sua”  

“Un paesaggio può condizionare il nostro stato d’animo. Su questo, Pili fa leva con due obiettivi: farci sentire a pelle la forza che la terra sardissima del Sinis sprigiona e tenerci in tensione con un “allarme cemento”. Colori, terre, giornali, si incontrano sulle tele come se fossero elementi mobili di un caleidoscopio. Scorrono gli uni sugli altri, si urtano e si sovrappongono e ogni volta generano un’immagine chiarissima e suggestiva, occhieggiante. Vedi il mare, la terra, la sabbia, gli alberi, le rocce, il vento perfino; e ogni elemento ha evidenza e forza come solo hanno le immagini trasfigurate dalla fantasia e dal sentimento. E fanno capolino piccinerie umane in forma di case e villette. Stanno lì come la marachella di un bambino; stanno lì e non dovrebbero. Si intrufolano in un paesaggio che non le prevede e non le vorrebbe; se ne appropriano, indebitamente orgogliose. Non hanno l’aria minacciosa, ma sono una minaccia incombente, proprio per l’inconsapevolezza con cui spuntano. Sono il segno di un’umanizzazione che non ha progetto. Sono mattoni posati senza pensare se non al piccolo vantaggio personale e proprio per questo spaventano. Non capiscono la terra su cui poggiano e vogliono ridurla a un paesaggio privato, a un affaccio borghesoccio. 

Le terre, le sabbie che Pili usa, i colori intensi, hanno vibrazioni profonde, che restituiscono il carattere della primordialità del Sinis. A volte, sotto queste velature sono inseriti ritagli di giornale, che si intravedono come una trama delicata. Sembrano riferirsi a quella trama che la vita dell’uomo ordisce nel suo quotidiano affannarsi e che rimane sul fondo, rispetto all’energia della natura. A guardare queste opere, esattamente come accade al cospetto sincero del paesaggio, si capisce come sia improprio e riduttivo definire habitat questo nostro mondo. Come se davvero tutto esistesse solo per consentire alla nostra specie di vivere e riprodursi. Non si può ridurre la potenza del mare e della terra ad una scenografia ben costruita per fare da sfondo alle nostre messe in scena. E sembra un delitto spendere una vita senza aver dato ascolto alla loquacità di questo luogo, questa palla girevole sul quale siamo apparsi. Un paesaggio può essere la proiezione del nostro stato d’animo. E Pili non manca di far sentire la sua voce, innestando nel sistema muscolare e nervoso di queste vedute, la personale sofferenza per un mondo contaminato e a rischio. A rischio di essere dimenticato, forse più ancora che d’essere distrutto. Il rosso, allora, si vena di cupezza e di nostalgia; il blu si fa elettrico di paure, o si slava sotto la commozione; il nero incombe, come una minaccia di annientamento. Conosco Marco Pili da molti anni. Lo so armato di un’onestà specchiata. Tanto che non potrebbe mai attribuire questi sentimenti, nei suoi quadri, a un dio, o alla terra. 

Pili ama il Sinis con un amore forte e chiaro. Che gli consente di ritrarlo con adesione profonda, con tutte le tracce che gli uomini lasciano sulla sua superficie. Quelli che lo calpestano da bagnanti, da viaggiatori distratti, da abitanti inconsapevoli, o da amanti appassionati e rispettosi. Com’è questo piccolo, coriaceo, straordinario pittore.” 

ore 11.00 presso Casa Museo Peppetto Pau – Via Dante Alighieri, 26/30, 09070 Nurachi OR  

Questo il Punto Google Maps: https://maps.app.goo.gl/hhbCy8ahvqk19tDL6