NURACHI
Nurachi è un centro di origine antichissima del Campidano di Oristano. Il suo territorio si estende sino allo stagno di Cabras, con aree di interesse naturalistico come Mare ‘e Pauli, inserita nella convenzione di Ramsar, e il parco di Pischeredda, con una torre spagnola: qui ammirerai specie rare tra cui fenicotteri e gallinelle d’acqua. Sono luoghi ricchi di vegetazione palustre, tra cui su fenu, materia prima de is fassonis, piccole imbarcazioni di origini antiche usate dai pescatori dello stagno. La pesca è una delle risorse, seppure sono prevalenti le attività agricole: coltivazioni di cereali, agrumeti e vigneti, da cui giunge la vernaccia, pregiato vino bianco.
Il centro storico è caratterizzato da case campidanesi, costruite con mattoni di terra cruda (làdiri). Potrai conoscere le tradizioni di Nurachi nel museo etnografico allestito in un’antica casa padronale, in quattro sale multimediali rappresenta ambiente naturale delle zone umide, architettura tradizionale, musica (in particolare le launeddas, arcaico strumento a canne) e cibo. Al centro del paese spicca la seicentesca parrocchiale di san Giovanni Battista, costruita su una preesistente chiesetta paleocristiana del VI secolo. L’antico edificio presenta un’unica navata absidata e due ambienti ai lati del presbiterio, uno era adibito a battistero: vi è stata trovata una vasca circolare rivestita di intonaco bianco. Intorno alla chiesa si estendeva una necropoli databile al VI-VII secolo.
Il territorio, abitato fin dalla preistoria, presenta insediamenti neolitici come i villaggi Mar’e Pauli, Pauli ‘e Fenu, Cuccuru ‘e Mari e Gribaia, dove sono state rinvenute frecce e accette in ossidiana, piccole statue in marmo e terracotta, altri materiali fittili e litici. La frequentazione proseguì nell’età del Bronzo: lo provano i resti del nuraghe Nuraci de Pische, dal quale il paese ha preso nome. Frammenti ceramici svelano il passaggio fenicio nelle località is Ollaius e sa Manenzia. Molto più vistose le tracce romane: Nurachi era importante stazione lungo la strada da Tharros a Cornus. Sono state ritrovate lucerne, anfore, monete, macine nonché un cippo funerario che presenta una raffigurazione di strumenti lustrali.
Fonte: sardegnaturismo.it