IDENTITÀ IN LIBERTÀ: LABORATORIO DEL GUSTO IN CUCINA 

Un laboratorio di cucina che sperimenta e gioca con la sensorialità: il buono si completa, si amplifica con i sensi e diventa esperienza gastronomica completa. 

Un viaggio multisensoriale nel segno di una cucina autentica che rompe gli schemi senza dimenticare le proprie radici, per un tripudio di profumi e ricerca di sapori unici che sappiano conquistare i palati più esigenti. Quello che sperimenterete non è un semplice laboratorio del gusto ma un prezioso percorso guidato di scoperta di questa antica cultura lagunare: muggine e bottarga incontrano la vernaccia e i sapori della terra, in un connubio di suoni, odori e colori, che stuzzica i sensi. Le primizie del territorio danno spessore alla cucina creativa di Ivo. L’uso di erbe spontanee ed essenze locali raccolte nel giardino della casa e nei dintorni degli Stagni di Nurachi, radicano ed esaltano la sua continua ricerca di nuove preparazioni e sperimentazioni con le materie prime d’eccellenza. Ogni piatto che assaporerete racchiude amore e sapienza, ricerca e scambio continuo di racconto e gentilezza. Qui la vera ricchezza risiede nell’incontro, tra l’identità del cibo cardine di questa millenaria tradizione e la libertà di aggiungere piccoli assaggi di innovazione e di vivere l’espressione di questa unione. L’ambiente è intimo e incredibilmente familiare. La cura del dettaglio mai fuori posto, il risultato è straordinario. Si percepisce il gusto per l’arte, la creatività, la terra cruda e il richiamo continuo del passato che rinasce nel presente. Ogni angolo di questa antica casa di terra sembra nato per conversare, incontrarsi o semplicemente passare dei piacevoli momenti circondati da tanta armonia e bellezza.

L’attività comprende:

✔️ Laboratorio del gusto sulle eccellenze della laguna: muggine e bottarga 

✔️ Approfondimento culinario e racconti sulla Vernaccia: utilizzo tradizionale ed elementi innovativi sul suo uso in cucina 

✔️ Esperienza gastronomica completa: pranzo e gioco immersivo degli ospiti nei sapori e nelle essenze del territorio

✔️ Coinvolgimento attivo per i partecipanti che desiderano sperimentare in prima persona il laboratorio del gusto 

29 Ottobre – ore: 12.00
Durata: 2:30h circa

Laboratorio culturale di Casa Mediterranea – via Dante Alighieri, 6

Bottarga audace (accostamenti inusuali)
Frittelle di zucchina con crema di bottarga 
Crostino di laguna
Fregula in brodo di pesce
Riso alla vernaccia con muggine e melone 
Uovo con bottarga
Su Pratu de cassa (strexu de arràmini)
Insalata di muggine con le erbe della laguna
Pane integrale fatto in casa, Vermentino, Vernaccia e Caffè

Ivo, Rita ed il nuovo arrivato Antonello propongono un’idea di ricezione a conduzione familiare che nasce da lontano. I
vo fonda TastingSardinia e LongevityJourney rispettivamente nel 2007 e 2014 con i quali propone viaggi esperienziali formativi altamente specializzati. Casa Mediterranea è un laboratorio culturale. L’edificio è un palazzotto signorile costruito nel 1952, interamente realizzato in mattoni di terra e paglia (adobe). La cifra stilistica è dettata dai grandi volumi. Nel retro, una grande corte, ritaglia un giardino intimo e sapientemente progettato con piante autoctone officinali e fiori edibili. Il concetto di terra cruda è alla base della loro offerta di turismo sostenibile, che fa innovazione guardando al passato. Il grande progetto di restauro della antica casa di terra e lo studio approfondito ha permesso l’utilizzo di materiali nobili, quali la terra e le calci, senza l’ utilizzo di leganti cementizi o resine sintetiche.
La casa, così come l’idea di turismo di Ivo e Rita, si fonda sullo scambio continuo con la comunità locale. La coltivazione dell’orto, le produzioni locali, la panificazione, le sperimentazioni in cucina e la ricerca e l’utilizzo di materie prime di qualità sono i cardini entro cui si muove l’esperienza del Laboratorio di cucina di Casa Mediterranea.
Un laboratorio di cucina che sperimenta e gioca con la sensorialità: il buono si completa, si amplifica con i sensi e diventa esperienza gastronomica completa.

Numero max di partecipanti: 12

Una preparazione antica quella della bottarga, un carico prezioso e merce ambita di scambio nel Mediterraneo. Si presenta integra, di consistenza piena, compatta al taglio, di colore ambrato-dorato, uniforme, protetta da una pelle aderente, dal sapido gusto salmastro e di mandorla secca. 

La bottarga racchiude amore e sapienza, ricerca e purezza. Pare fossero stati i Fenici i primi ad averla brevettata, anche se la diffusione nel bacino del Mediterraneo si deve soprattutto all’opera dei mercanti arabi: nella loro lingua la bottarga veniva chiamata bùtarikh, che significa appunto “uova di pesce salate”.  Nella lingua sarda è chiamata butàriga e conserva una forte assonanza col termine arabo, chissà da quale bacino comune mediterraneo è nata questa parola antica. 

Frugando tra archivi e documenti isolani e non, non mancano davvero notizie storiche e lodi per questa ambrata leccornia venuta dal mare. “Non ricordo di avere mangiato niente di più squisito”, annuncia nella prima metà del 1400 Bartolomeo Platina ne “Il piacere onesto e della buona salute”. In un documento del 1386 si parla, invece, di una nave corsara catalano-aragonese che cattura un veliero mentre esce dal porto di Oristano carico di “anguilla salada e bottarghe”. 

Un tempo cibo umile, prodotto e consumato dai nostri pescatori in alto mare, ora prezioso alimento versatile. Il caviale dei sardi divenne piano piano dono regale, riservato alle grandi occasioni. Oggi le nuove tecniche di pesca, e lo spirito imprenditoriale di alcune aziende, hanno permesso la nascita di un florido mercato che riesce ad esportare la bottarga fino ai paesi più distanti del globo. 

I prodotti migliori si ottengono dal cefalo volpina. 

La vera bottarga di Cabras si riconosce per la presenza di su biddiu, parola sarda che significa ombelico, anche se, in realtà, è un pezzetto di placenta che rimane attaccato alla parte iniziale della baffa.

Questa polvere d’oro del mare, ricca di proteine e acidi grassi insaturi omega 3, è un vero jolly in cucina: riesce a dare brio e vigore ai piatti più spenti e trasforma golose combinazioni in piatti d’autore! 

La Vernaccia di Oristano è il vino più indisciplinato e irregolare che esista. Sfugge alle regole enologiche moderne. Ma è proprio questo che lo investe di ulteriore fascino e lo rende unico. Di questo vino, alla fine dell’Ottocento, l’illustre prof. Sante Cettolini, Preside della Regia Scuola di Viticoltura e di Enologia di Cagliari ebbe a scrivere: “La vernaccia di Oristano va giudicata con i sensi e non con gli strumenti del chimico. È il suo sapore che vale, è la delicatezza del suo assieme che ti conquista, è quel suo curioso sapore di frutta, di amarognolo, pieno di grazia che non vi stanca mai, anzi vi seduce. Uno dei più strani, uno dei più pregevoli, uno dei più desiderabili vini che la natura abbia mai elargito agli esseri umani”. 

C’è un elemento di particolare caratterizzazione della Vernaccia di Oristano che i grandi estimatori e conoscitori definiscono con il termine di Murruai o Murruali. Una vernaccia che esprime il caratteristico sapore di Murruai ha raggiunto il massimo della sua maturazione e del suo equilibrio gusto-olfattivo. 

Ma cosa è questo Murruai? Difficile descriverlo a parole. 

È un percorso di scoperta. È un gusto equilibrato ed armonico. È l’aroma antico che avvolge il palato. 

È il restrogusto di mandorlo dopo l’assaggio. È la nota che rilascia la botte di castagno in cui la vernaccia si colora d’ambra. È l’insieme di questi e più elementi giudicati dai sensi. 

Murru da queste parti significa bianco, mentre la desinenza Ai in Sardegna porta in sé il senso della valenza del vecchio (pensiamo a Mammai, Babbai, Nannai, Mannali). Più la vernaccia è vecchia e pregevole più il Murruai persiste nel tempo. La vernaccia è e rimane un vino da vivere e sperimentare.